Un problema che tocca tutti
In molte periferie italiane, interi quartieri residenziali costruiti tra gli anni ’50 e ’70 si trovano oggi in uno stato critico: bassa efficienza energetica, strutture inadeguate, scarsa accessibilità e isolamento sociale. Che fare: ristrutturare o demolire e ricostruire?
Tre studi scientifici applicati al caso di Bologna aiutano a rispondere in modo razionale, considerando gli impatti ambientali, economici e sociali.
Le opzioni in campo: tre scenari a confronto
Gli scenari analizzati sono:
- Conservazione (C): manutenzione ordinaria degli edifici esistenti.
- Ristrutturazione profonda (DR): cappotto termico, nuovi infissi, pompe di calore.
- Ricostruzione (R): demolizione completa e nuova costruzione secondo principi di economia circolare e NZEB (edifici a energia quasi zero).
Questi sono stati comparati su un blocco urbano reale lungo 10, 30 e 60 anni usando la metodologia LCA (Life Cycle Assessment).
I risultati chiave: quando conviene ricostruire?
1. Impatto ambientale (CO₂ e consumi energetici)
- A 30 anni, la ristrutturazione profonda riduce le emissioni del 64%, la ricostruzione del 58%.
- A 60 anni, la ricostruzione diventa nettamente più sostenibile, con una riduzione del 75% delle emissioni contro il 50% della ristrutturazione.
2. Efficienza energetica
- Il consumo energetico annuale scende da 599 MJ/m² (scenario C) a 282 MJ/m² (DR) e 232 MJ/m² (R).
3. Capacità di rigenerazione urbana
- La ricostruzione permette una densificazione controllata (+60 appartamenti), maggiori spazi verdi, mobilità sostenibile, servizi di comunità e un disegno bioclimatico che ottimizza sole e ventilazione.
- L’approccio proposto, chiamato “Reconstruction for Regeneration (R4R)”, integra materiali riciclabili, edifici modulari e una gestione condivisa degli spazi
Perché è importante per i cittadini e i decisori locali?
- Cittadini: potranno vivere in edifici più sicuri, sani e confortevoli, con bollette energetiche più basse e migliori servizi.
- Comuni e PA: possono usare strumenti GIS e modelli semplificati sviluppati negli studi per decidere dove intervenire, quanto costa e quanto si risparmia in CO₂
- Investitori pubblici e privati: la ricostruzione si rivela più sostenibile nel lungo periodo, con ritorni sociali e ambientali superiori.
In sintesi: una guida per rigenerare le periferie
- Nel breve termine (fino a 30 anni): la ristrutturazione è efficace per tagliare i consumi energetici.
- Nel lungo periodo (oltre 60 anni): solo la demolizione e ricostruzione permetterebbe di raggiungere gli obiettivi UE di neutralità climatica al 2050.

Bibliografia
Comparative simplified multi-life cycle methodology for assessing energy retrofit and demolition/reconstruction scenarios at the urban block scale–Carlo Costantino (UNIBO/Unitus)
Comparative LCA Scenarios for Urban Regeneration of Residential Building
Stock. Application to an Existing High-density Urban Block in Bologna
The Process of Digitalization of the Urban Environment for the
Development of Sustainable and Circular Cities: A Case Study
of Bologna, Italy

Info sull'autore