Archivio mensile 4 Agosto 2025

Digiancamillomarino

Auto elettriche: da settembre incentivi fino a 20.000 euro.

A partire dal 1° settembre 2025 entra in vigore un nuovo piano di incentivi statali pensato per accelerare la transizione alla mobilità elettrica. Parliamo di contributi fino a 20.000 euro per l’acquisto di auto e veicoli commerciali elettrici, destinati a cittadini e microimprese che rottamano un veicolo a benzina o diesel.

L’obiettivo? Rinnovare il parco circolante, ridurre l’inquinamento nei centri urbani e avvicinare più persone all’uso dell’auto elettrica. Il Governo punta a sostituire almeno 39.000 veicoli inquinanti entro giugno 2026, stanziando quasi 600 milioni di euro anche grazie ai fondi del PNRR.


Quanto vale l’incentivo? Dipende dal tuo reddito o dalla tua impresa

Il contributo varia in base all’ISEE e alla tipologia del richiedente:

  • Privati con ISEE ≤ 30.000 €fino a 11.000 €
  • Privati con ISEE tra 30.000 e 40.000 €fino a 9.000 €
  • Microimpresefino al 30% del prezzo d’acquisto, con un tetto massimo di 20.000 € per veicolo

Attenzione: per ottenere il bonus è obbligatoria la rottamazione di un’auto a benzina o diesel.


Chi può richiederlo e per quali veicoli?

I destinatari principali sono:

  • Cittadini residenti in aree urbane ad alta densità
  • Microimprese, soprattutto quelle che operano nel settore della logistica urbana o dei servizi

I veicoli ammessi all’incentivo rientrano in queste categorie:

  • M1: auto per il trasporto di persone (max 9 posti incluso il conducente)
  • N1: veicoli commerciali elettrici fino a 3,5 tonnellate
  • N2: veicoli elettrici tra 3,5 e 12 tonnellate

Come si richiede il bonus?

Il Ministero metterà a disposizione una piattaforma digitale dedicata, semplice e accessibile:

  • Il cittadino potrà caricare i documenti online
  • I concessionari aderenti potranno visualizzare e offrire i modelli disponibili
  • L’intero processo sarà trasparente e tracciabile

Perché questo incentivo è importante per tutti

In Italia le auto elettriche rappresentano ancora solo il 5,2% del mercato, una percentuale considerata bassa rispetto ad altri Paesi europei. Con questi nuovi bonus, l’Italia prova a recuperare terreno, offrendo opportunità concrete a chi finora è rimasto escluso dalla transizione elettrica.

Oltre ai vantaggi ambientali, c’è anche un risvolto economico: una maggiore diffusione dell’elettrico significa meno spese di carburante, minori emissioni e città più pulite e silenziose.


E per i tecnici del settore?

Architetti, ingegneri, geometri, operatori della mobilità e gestori di flotte possono giocare un ruolo chiave. Aiutare cittadini e imprese a scegliere i veicoli giusti e a progettare spazi e servizi di ricarica sarà essenziale per una transizione davvero efficace.


Riepilogo rapido

  • Quando parte? → 1° settembre 2025
  • Scadenza? → 30 giugno 2026
  • Fondi stanziati → 597 milioni di euro
  • Obbligo → Rottamazione di un veicolo benzina/diesel
  • Bonus massimo → 20.000 € per veicolo
Digiancamillomarino

Caldaie a idrogeno: una nuova via per il riscaldamento sostenibile

Nel percorso verso un futuro a basse emissioni di carbonio, l’idrogeno si fa strada anche nelle nostre case. Le caldaie a idrogeno, in particolare quelle di tipo “Hydrogen Ready”, si stanno affermando come una promettente alternativa per il riscaldamento domestico, capace di combinare efficienza, sicurezza e sostenibilità ambientale.

Cos’è una caldaia a idrogeno?

È un generatore di calore simile alle caldaie tradizionali, ma invece del gas metano utilizza idrogeno (puro o in miscela) come combustibile.

Le caldaie “Hydrogen Ready” possono già oggi utilizzare miscele con fino al 20% di idrogeno insieme al metano, senza modificare l’impianto esistente. Sono quindi ideali per una transizione graduale verso un sistema energetico più pulito.


Vantaggi per cittadini e ambiente

  • Zero CO₂ (quando a idrogeno puro): la combustione dell’idrogeno non produce anidride carbonica, solo vapore acqueo.
  • Facile installazione: le caldaie “ready” hanno dimensioni e requisiti simili a quelle tradizionali.
  • Compatibilità con le reti gas esistenti: non servono (subito) nuove tubature specie se il tenore di idrogeno resta basso nella miscela complessiva.
  • Investimento accessibile: il costo d’acquisto è tutto sommato paragonabile a quello di una caldaia a condensazione di fascia alta.
  • Ideali per case e condomini: ottime dove l’elettrificazione (es. con pompe di calore) è difficile o troppo costosa.

Criticità da non sottovalutare

  • Produzione dell’idrogeno verde ancora costosa: può arrivare a 8–20 €/kg, contro i 0,5 €/kg del gas naturale. E’ previsto che i costi di produzione dell’idrogeno si ridurranno sensibilmente ma solo nel lungo periodo.
  • Rischi di infiammabilità: l’idrogeno è più volatile del metano, ma le caldaie sono progettate con standard di sicurezza avanzati.
  • Formazione di ossidi di azoto (NOx): seppur ridotti, possono generarsi durante la combustione.
  • Rete dedicata per il 100% H₂: servono investimenti a lungo termine per nuove infrastrutture. Reti dedicate all’idrogeno non saranno disponibili prima di molti anni

Quanto costa davvero?

Una caldaia a condensazione domestica “Hydrogen Ready” costa in media circa 3.000 / 5.000 €, contro i 15.000 / 30.000 € di un impianto full electric completo (pompa di calore + fotovoltaico + batteria). Questo rende l’idrogeno una soluzione più inclusiva, adatta anche a famiglie con minori possibilità economiche.

Sperimentazioni in corso

In Europa sono attivi oltre 80 progetti pilota, da Scozia, Paesi Bassi e Germania fino all’Italia. In Emilia-Romagna, ad esempio, è stato avviato un sistema a miscela idrogeno-metano per il riscaldamento scolastico e residenziale, già predisposto per passare al 100% H₂.

Il progetto Hy2Infra in Puglia prevede due grandi impianti di elettrolisi e la riconversione delle reti gas esistenti per trasportare idrogeno verde, con partenza prevista nel 2028.


Un passo alla volta verso la transizione

In conclusione, le caldaie a idrogeno rappresentano una concreta opportunità per decarbonizzare, almeno in parte, il riscaldamento domestico, soprattutto in quelle case e quartieri dove l’elettrificazione totale non è ancora possibile.

Non sono la soluzione perfetta per tutti, ma sono una valida alternativa che permette di iniziare a ridurre le emissioni già oggi, senza stravolgere impianti e abitudini. Inoltre, l’idrogeno richiede sforzi impiantistici, costi energetici e misure di sicurezza elevati, per cui l’utilizzo elettivo resta ancora nell’industria e nei cosiddetti settori hard to abate difficili da riconvertire all’uso delle rinnovabili.


Cosa puoi fare?

  • Se devi cambiare la caldaia, valuta un modello “Hydrogen Ready”: ti prepara al futuro anche in ragione degli attesi vincoli sull’installazione di nuove caldaie a gas naturale.
  • Informati sugli incentivi statali (spesso accessibili anche per queste tecnologie).

💬 Per ogni dubbio o proposta, confrontati con il tuo installatore o con gli sportelli energia del tuo Comune.