Progettazione biofilica: migliorare gli edifici con una progettazione mirata all’inserimento di elementi naturali

Digiancamillomarino

Progettazione biofilica: migliorare gli edifici con una progettazione mirata all’inserimento di elementi naturali

C’è una nuova frontiera nell’architettura sostenibile: si chiama progettazione biofilica.
Non è una moda “verde”, ma una filosofia concreta che unisce benessere, sostenibilità e valore immobiliare. L’idea è semplice quanto rivoluzionaria: riportare la natura negli spazi in cui viviamo, studiamo e lavoriamo.

Oggi trascorriamo oltre il 90% del nostro tempo in ambienti chiusi. Eppure, il contatto con la luce, il verde, l’acqua e i materiali naturali riduce stress, migliora l’umore e aumenta la concentrazione. Gli studi lo confermano: gli ambienti biofilici abbassano i livelli di cortisolo, migliorano l’apprendimento del 20%, la produttività fino all’11% e persino il recupero post-operatorio negli ospedali.

Ma la biofilia non è solo benessere: è anche un investimento intelligente. Gli edifici che integrano la natura valgono di più, si affittano più facilmente e riducono i costi energetici. La vegetazione aiuta a regolare il microclima, abbassando le temperature urbane di 2-4°C e migliorando la qualità dell’aria.

La progettazione biofilica è già riconosciuta dai principali protocolli internazionali:

  • LEED v5 valuta l’esperienza degli occupanti e premia la connessione visiva con la natura.
  • WELL v2 include la biofilia nella categoria Mind, come fattore di salute mentale e identità del luogo.
  • Living Building Challenge 4.0 la considera un requisito obbligatorio per creare edifici rigenerativi e belli.
  • BREEAM v6 la integra nei criteri di comfort visivo, acustico e biodiversità.

In sintesi, la biofilia non è solo una scelta estetica: è una strategia di rigenerazione urbana e una risposta al nostro bisogno più profondo — quello di riconnetterci con la natura anche nel cuore delle città.
Perché un edificio sostenibile non è solo efficiente, ma anche capace di farci stare bene.

Esempi di applicazione (l’applicabilità al caso specifico va verificata con progettisti qualificati)

Uffici con pareti vegetali, luce naturale e materiali bio-compatibili
Ad esempio uno spazio di lavoro moderno con pareti intera ricoperte da piante (una “living wall”), grandi vetrate fanno entrare la luce diretta, e mobili in legno naturale e tessuti non trattati. In queste condizioni, la vegetazione non è solo decorazione: migliora la qualità dell’aria riducendo VOC e polveri, attenua rumore e riverberi, crea un microclima più mite riducendo la necessità di climatizzazione. Studi mostrano che impiegati che operano in ambienti arricchiti con piante mostrano maggiore concentrazione, minor stress e perfino riduzione delle assenze per malattia.
Inoltre, gli elementi naturali aiutano l’umore e la creatività.

Scuole e ambienti educativi con cortili verdi, materiali naturali e spazi che stimolano la curiosità
In un contesto scolastico, la progettazione biofilica può includere ampie finestre con vista sul paesaggio, aree esterne con vegetazione accessibili agli studenti, pavimenti in legno, colori caldi e percorsi visivi che richiamano la natura. Le ricerche indicano che queste scelte migliorano la capacità di attenzione, favoriscono un clima emotivo più sereno e riducono lo stress tra studenti e insegnanti.

Ospedali e strutture sanitarie con giardini terapeutici e paesaggi che aiutano la guarigione
Nei luoghi della cura, la biofilia assume un ruolo fondamentale: spazi interni ed esterni progettati per favorire la serenità (es. giardini interni visibili dalle camere, piante, materiali tattili e naturali) si traducono in migliori esiti clinici e recupero accelerato. La ricerca nel settore sanitario mostra che la connessione visiva o fisica con la natura riduce ansia, dolore percepito e durata del ricovero. (Questo principio si applica anche ad ambienti residenziali o di lungo-degenza).

Quartieri rigenerati con alberature, tetti verdi e spazi aperti che mitigano l’isola di calore urbana
Quartieri urbani riqualificati con tetti piani verdi, strade alberate e viabilità riservata a pedoni. Queste soluzioni lavorano su microclima, qualità dell’aria, comfort termico estivo e città-resilienza: la vegetazione riduce la temperatura dell’ambiente urbano anche di 2 °C, aumenta la biodiversità, assorbe CO₂ e migliora la percezione dello spazio da parte dei cittadini.

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